Un problema particolare: l’illuminazione decorativa del patrimonio culturale

Grazie alla presenza di volumi poco utilizzati dall’uomo, bui e microclimaticamente idonei, molti edifici monumentali (come castelli, palazzi, torri, fortificazioni e chiese) e altri siti d'interesse storico, artistico o archeologico (ponti o acquedotti antichi, necropoli, insediamenti rupestri, ecc.), che fanno parte del Patrimonio culturale, rivestono un’importanza eccezionale per la conservazione di chirotteri divenuti rari e minacciati, nei confronti dei quali rappresentano siti di riposo diurno, riproduzione e, più raramente, ibernazione.

Negli ultimi decenni gli interventi di illuminazione decorativa del Patrimonio culturale sono divenuti sempre più numerosi sul territorio italiano, con la finalità di massimizzarne la godibilità. Purtroppo tali azioni presentano elevata potenzialità di impatto sulla chirotterofauna e, anche al fine del rispetto delle leggi vigenti, occorre tenerne conto.
L’illuminazione dei siti di rifugio, e in particolare degli accessi che gli esemplari utilizzano per andare e venire, costituisce un fattore di disturbo diretto: come già rilevato, varie specie di chirotteri evitano le luci. Esperimenti di illuminazione controllata di rifugi di chirotteri hanno dimostrato come il disturbo dipenda primariamente dall’intensità luminosa e secondariamente dalle caratteristiche spettrali della luce, essendo maggiore quando vengono usate luci con componenti di lunghezza d’onda inferiore.

L’illuminazione può inoltre indurre un'errata percezione del ritmo notte/dì: giunta la sera i pipistrelli ritardano l’uscita dai rifugi diurni, il periodo di alimentazione risulta conseguentemente accorciato e ciò avviene in corrispondenza di una fascia oraria caratterizzata da elevata disponibilità di prede. Rilevamenti condotti su alcune colonie riproduttive di vespertilio smarginato e vespertilio minore hanno dimostrato come l’accrescimento dei piccoli di colonie ospitate in siti sottoposti ad illuminazione sia significativamente inferiore a quello registrato in colonie delle stesse specie, ubicate in rifugi vicini, ma non illuminati. Tale aspetto è rilevante poiché il raggiungimento di un peso corporeo adeguato prima dell’inverno è un fattore essenziale nel condizionare la sopravvivenza degli esemplari durante il letargo.

Sono noti casi di abbandono di siti di rifugio illuminati da parte di intere colonie ed è probabile che le conseguenze del fenomeno siano aggravate dal comportamento di filopatria, descritto per molte specie di chirotteri: le femmine nate in un sito tornano a partorire nello stesso sito ed hanno difficoltà a trovare siti riproduttivi alternativi.

Gli effetti citati possono conseguire ad interventi di illuminazione esterna, interna (spesso riguardanti torri e campanili) o internalizzata (cioè con fasci luminosi contenuti sotto elementi quali ponti, archi e gallerie). Nell’ambito di questi ultimi, ha particolare potenzialità d’impatto l’illuminazione dei ponti, nei cui interstizi possono trovare rifugio chirotteri di molte specie diverse, alcune delle quali tipicamente associate all’ambiente acquatico.

 


Ultimo aggiornamento 27.09.2013