Rifiuti: Carabinieri del NOE denunciano oltre 300 persone per gestione illecita di 1.500 tonnellate di rifiuti

Venezia, 6 novembre 2020 – “Complimenti alla DDA e agli investigatori del NOE di Venezia per aver scoperto e messo fine ad una vasta organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti dal centro-sud al nord Italia”.

Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha commentato la notizia della conclusione delle indagini che ha portato alla scoperta una vera e propria organizzazione dedita al traffico e alla gestione illecita di rifiuti con responsabilità amministrativa degli Enti, reati per i quali dovranno rispondere oltre 300 persone sul conto delle quali sono emerse inconfutabili responsabilità nel corso delle indagini.

“Il grande lavoro degli investigatori  - ha concluso Costa - è la dimostrazione che l’attenzione dello Stato è altissima sulla tutela dell’ambiente e sulla salvaguardia degli imprenditori onesti che vengono fortemente danneggiati da chi produce profitto da queste sacche di illegalità”.

Le indagini, avviate alla fine del 2016 a seguito del sequestro di un capannone colmo di rifiuti avvenuto nel comune di Albignasego, in provincia di Pordenone, hanno gradualmente consentito di individuare un gruppo di soggetti (alcuni dei quali già noti per le illecite operazioni attuate nel settore dello smaltimento dei rifiuti)  attivi nella ricerca compulsiva di capannoni o comunque di aree esterne, da utilizzare per lo stoccaggio illecito dei rifiuti, di fatto così realizzando delle vere e proprie discariche abusive.

Le investigazioni hanno portato a numerosi provvedimenti della Procura della Repubblica di Venezia, con attività di perquisizione e sequestro di un altro capannone a Boara Pisani e di 2 aree esterne a Loria e successivamente altri 3 capannoni a Breda di Piave (TV), Agna (PD) e Occhiobello (RO).

Il bilancio complessivo è dunque stato di 5 capannoni  2 aree esterne posti in sequestro, ove erano stati stoccati rifiuti per circa 1500 tonnellate complessive, per  un illecito introito stimato in oltre 500.000 euro, derivante dal mancato smaltimento dei rifiuti.

I risultati delle investigazioni, uniti anche alla verifica della documentazione rinvenuta e posta in sequestro, hanno permesso così di identificare un gruppo formato da 8 persone dedite alla gestione del traffico illecito dei rifiuti attraverso 2 società costituite “ad hoc”, una di Albignasego (PD)  e l’altra di Modena, che, senza alcun tipo di autorizzazione ambientale o addirittura con autorizzazioni false, provvedevano al ritiro dei rifiuti presso aziende artigianali in Campania, in prevalenza rifiuti plastici, o in  Toscana, in prevalenza rifiuti tessili, ricevendo la somma di denaro pattuita per poi, in realtà, non procedere allo smaltimento poiché i rifiuti venivano stipati nei siti reperiti di volta in volta.

Alcuni dei soggetti identificati, tutti di nazionalità italiana di cui 5 residenti nel Veneto, sono attualmente in stato di detenzione per precedenti analoghi reati. 

Inoltre, in riferimento alla notevole documentazione relativa al trasporto dei rifiuti (FIR – Formulari di Identificazione dei Rifiuti) sequestrata alla società di Albignasego (PD), sono stati ricostruiti circa 210 conferimenti di rifiuti da parte di alcune ditte della Toscana che avevano ceduto, saltuariamente, modeste quantità di rifiuti tessili. In tale contesto è stata accertata la responsabilità di 306 titolari di altrettante ditte relativamente alla gestione illecita di rifiuti avendo conferito i propri scarti tessili ad imprese non autorizzate alla raccolta, al trattamento, allo smaltimento né al trasporto dei rifiuti, che sono stati dunque deferiti alle competenti Procure di Prato e Pistoia.

Ulteriori accertamenti sono in corso da parte dei Carabinieri del NOE di Venezia, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica-DDA.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento 06.11.2020