Ambiente, Operazione ‘Acque Pulite’: Depuratore di Casteggio fuorilegge, 13 persone indagate e 2 società ritenute responsabili di inquinamento ambientale

Roma, 28 agosto 2020 -  “Mi complimento con la Procura di Pavia e con gli uomini dei Carabinieri Forestali e della Guardia di Finanza impegnati nell’operazione ‘Acque Pulite’ per il lavoro svolto che ha permesso di individuare una vera e propria organizzazione criminale dedita allo smaltimento illecito di reflui industriali a danno del sistema di depurazione comunale e di conseguenza dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questi risultati dimostrano che l’attenzione dello Stato è altissima anche in un periodo particolarmente delicato come quello estivo e che gli eco criminali non resteranno impuniti”.

Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha commentato la notizia dell’operazione ‘Acque Pulite’ portata a termine su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia nel pomeriggio di ieri dagli uomini del Gruppo Carabinieri Forestale di Pavia e della Compagnia della Guardia di Finanza di Voghera che hanno proceduto a notificare gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a 13 persone ( 5  appartenenti alla pubblica amministrazione, 5 di una società privata produttrice di sostanze alimentari e altre 3 appartenenti ad enti con responsabilità di gestione dell’impianto di depurazione del Comune di Casteggio) e 2 Società, rendendo noto che l’Autorità Giudiziaria, a vario titolo, sta procedendo nei loro confronti per i reati di inquinamento ambientale, abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.

Le indagini partite nel 2016 dalla Stazione di Zavattarello dell’allora Corpo Forestale dello Stato, oggi Stazione Carabinieri Forestale, sulle acque del Torrente Coppa, hanno posto l’attenzione dell’Autorità Giudiziaria sull’impianto di depurazione comunale di Casteggio. Gli inquirenti hanno così constatato che l’impianto di depurazione comunale ove confluiscono le acque fognarie derivanti dal ciclo urbano e industriale del Comune di Casteggio, ha ricevuto anche reflui industriali provenienti dall’impianto di produzione di una nota società del settore alimentare, contenenti elementi inquinanti in quantitativi sensibilmente superiori a quelli autorizzati o autorizzabili per legge, tali da non poter essere smaltiti correttamente, anche per inadeguatezza strutturale del depuratore, determinando così la compromissione delle acque del Torrente Coppa con contestuale moria di fauna ittica.

Il depuratore del Comune di Casteggio era già stato oggetto di sequestro preventivo nel 2018, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, per ipotesi di reato di inquinamento ambientale, a seguito di primi accertamenti che la Stazione di Zavattarello dell’allora Corpo Forestale dello Stato, oggi Stazione Carabinieri Forestale, aveva svolto su varie segnalazioni circa il possibile inquinamento delle acque del Torrente Coppa, che presentavano colorazioni insolite.

La società privata dedicata alla produzione di sostanze alimentari, tramite il suo procuratore speciale con delega all’ambiente, si sarebbe resa altresì responsabile dell’inquinamento ambientale del suolo e del sottosuolo, mediante lo sversamento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, sul terreno di proprietà della società stessa e altrui, nei pressi dello stabilimento sito in Comune di Casteggio.

Le indagini hanno, inoltre permesso di riscontrare e segnalare alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti di Milano un danno erariale di circa 2,9 milioni di euro, pari al costo degli interventi di ampliamento che sono stati sostenuti per il depuratore e che si sono rivelati inadeguati.

L’inquinamento ambientale è punito con reclusione da due a sei anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro.

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Ultimo aggiornamento 28.08.2020