Convegno "Il ruolo del GPP per le strategie di politica ambientale alla luce del Collegato Ambientale" 

Gli interventi in sintesi:

Introduzione
Maurizio Pernice (Direttore generale CLE)

L’avv. Pernice  ha aperto i lavori, richiamando il significativo peso degli acquisti effettuati dalle pubbliche amministrazioni nel Prodotto Interno Lordo e dunque l’importanza che gli acquisti effettuati rispettino i principi di innovazione tecnologica a ridotto impatto ambientale e prevedano un uso efficiente delle risorse. Ha delineato gli obiettivi dell’incontro: la valutazione delle azioni fatte, in corso e da effettuare per diffondere e promuovere il GPP alla luce dell’obbligatorietà dell’inserimento dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nei bandi di gara degli appalti pubblici prevista dal Collegato Ambientale (L. 221/2015).


Il “Collegato” e l’impegno del MATTM
On. Silvia Velo (Sottosegretario MATTM)

 

L’on. Velo ha evidenziato l’importanza di questa occasione di riflessione e approfondimento in un momento strategico di incrocio significativo tra normativa nazionale e iniziativa legislativa europea; ha sottolineato, come, attualmente l’Unione europea, in tema di economia circolare, abbia emanato solo una comunicazione, mentre il Ministero dell’ambiente, nelle more dell’approvazione del collegato ambientale, ha emanato i Criteri Ambientali Minimi, anticipando di fatto la norma che li ha reso obbligatori. L’Europa ha deciso di abbandonare la vecchia direttiva sull’economia circolare, con l’impegno a redigere un provvedimento cogente più completo che, però, presenta lo svantaggio di rinviare a tempi più lunghi una normativa efficace sul tema dei rifiuti, mentre il governo italiano, affiancato dal Ministero, ha invece intenzione di dedicare da subito grandi energie e risorse all’argomento, in particolare al tema del riuso delle materie. L’Italia è un Paese leader nel riuso dei materiali (legno, vetro, stracci, carta, etc. …), con tradizioni anche di origine rurale. Prioritario, pertanto, per il governo è spingere e sostenere la pubblicazione di un atto legislativo europeo in materia di economia circolare visto che costituisce punto cruciale, per il sistema imprenditoriale attuale, promuovere un sistema di sostegno e di incentivi fiscali, da inserire anche nel “Green Act”, che facilitino l’evoluzione di politiche ambientali da parte dei produttori nazionali e promulgare tutti i provvedimenti attuativi in tema di riuso dei materiali  per l’edilizia nelle opere pubbliche e private.

 


Il Piano d’azione GPP e il “Collegato”
Riccardo Rifici (MATTM)

 

Il dott. Rifici, promotore del Convegno, ha illustrato gli articoli contenuti nel collegato ambientale che interessano il GPP e le azioni future richieste dalla Legge (in particolare il regolamento per il  marchio nazionale “Made Green In Italy” e la redazione del Piano d’azione nazionale Consumo e Produzione Sostenibili). Ha elencato i CAM in vigore per i 17 diversi gruppi di prodotti /servizi, i CAM in revisione e quelli in lavorazione ed ha terminato l’ intervento con una riflessione critica sugli aspetti positivi prodotti dal lavoro effettuato e sugli aspetti da migliorare dai quali definire gli impegni futuri.


Il recepimento della direttiva appalti
Valentina Guidi (Presidenza del Consiglio)

 

La dott.ssa Guidi ha presentato i punti principali del nuovo D.lgs. sul codice degli appalti pubblici, da pubblicare entro il 18 aprile p.v., di recepimento e attuazione delle direttive europee in tema di lavori pubblici (2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE) in cui saranno presenti criteri di sostenibilità ambientale e sociale. Tra le novità principali ha segnalato l’abbandono del criterio del massimo ribasso, che resterà solo per le gare di importo più basso, in favore di quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che in alcuni ambiti sarà obbligatoria in quanto permette di valutare anche la qualità dell'offerta e le garanzie fornite in termini sociali e ambientali. Ha evidenziato il previsto ampliamento degli oneri dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, alla cui ANAC è affidato un ruolo centrale nella riforma, con funzioni di controllo, monitoraggio e capacità sanzionatorie, nonché adozione di atti di indirizzo quali linee guida, bandi e contratti tipo, nei quali inserire i criteri minimi ambientali.


Il lavoro della Comm. Parlamentare sul Collegato
On. Alessandro Bratti (Presidente Commissione Bicamerale sul ciclo dei rifiuti)

 

L’ On. Bratti  ha riportato un breve excursus sull’evoluzione normativa del Collegato Ambientale, nato su iniziativa  governativa nella precedente legislatura. Nel tempo e nel passaggio tra la Camera e il Senato, i contenuti sono stati arricchiti e integrati, definendo un provvedimento che collega vari aspetti, tra loro complementari e sinergici a favore della sostenibilità ambientale. Ha sottolineato come le azioni da intraprendere in ambito GPP siano, oltre l’impegno nella formazione di tutti gli operatori economici interessati (P.A. e imprese) anche la promozione dell’interazione positiva tra pubblico e privato per favorire e incentivare la ricerca e l’innovazione tecnologica,  anche attraverso l’introduzione di novità relative alla fiscalità.


Responsabilità sociale di impresa e appalti pubblici
Maria Benedetta Francesconi (MISE)

 

La dott.ssa Francesconi ha trattato il tema della responsabilità sociale di impresa evidenziando come la crescita sia veramente sostenibile solo quando gli aspetti ambientali si affianchino a quelli sociali. Ha sottolineato l’importanza di inserire i criteri sociali negli appalti pubblici, in quanto svolgono un effetto leva sul comportamento delle imprese. Ha proposto di inserire i criteri sociali nelle clausole orizzontali dei bandi di gara pubblici e prevedere meccanismi di gestione del rischio relativo alla tracciabilità dei fornitori nelle specifiche tecniche, prendendo ad esempio il sistema due diligence. Ha auspicato un’unica etichettatura che comprenda tutte le dimensioni dell’agire dell’impresa e consenta di calcolare i costi sociali del ciclo di vita dei beni prodotti oltre quelli ambientali.  Infine, ha segnalato l’importante strumento del rating di legalità volto alla promozione e all’introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale da utilizzare durante le gare d’appalto.


Le imprese della Green Economy  e il GPP
Edo Ronchi (Susdef)

 

Il dott. Ronchi ha sottolineato come l’obbligatorietà dei CAM negli appalti pubblici costituisca una novità significativa, poiché la loro scarsa diffusione stenta al momento a dare un segnale positivo alle imprese green, e ad orientare il mercato  verso la  green economy. Ha evidenziato la necessità di indirizzi chiari e di lungo termine che riescano a giustificare sforzi e investimenti delle imprese verso le politiche di sostenibilità ambientale. In particolare, la produzione green deve rispettare i due orientamenti strategici europei: la lotta al cambiamento climatico, con la recessione e il calo dell’emissioni di gas serra, e l’applicazione di buone prassi per promuovere l’economia circolare. Per permetterlo,  però, occorre dare risalto al valore e al costo ambientale di beni e servizi, enfasi al loro riconoscimento anche attraverso il meccanismo dei prezzi, soprattutto ora che il mercato, con il crollo del prezzo del petrolio, non  favorisce le politiche di sostenibilità delle imprese. I prezzi, pertanto, devono riconoscere il valore aggiunto del bene che rispetta l’ambiente o il costo evitato del danno ambientale. Inoltre ha evidenziato la necessità di incentivare la fiscalità ecologica quale strumento cardine per raggiungere tali obiettivi. In merito al marchio “Made Green in Italy”, ha ritenuto corretto che più che essere frutto di un raccordo tra le certificazioni esistenti, si sviluppi tramite un progetto di ricerca sull’analisi del ciclo di vita di prodotto valutando l’intera filiera di produzione di un bene e le possibili interazioni con altri marchi. Ha auspicato una riflessione complessiva che non parta da un regolamento asettico,  ma da sperimentazioni sulle diverse filiere.


Un esempio di buona pratica da diffondere
Gianluca Cocco (Regione Sardegna)

 

L’ing. Cocco della Regione Sardegna, una delle più virtuose in tema di acquisti sostenibili, ha annoverato le principali azioni svolte ed esperienze vissute in tale ambito dal 2007. La Regione Sardegna ha instaurato un confronto con le realtà locali ed ha sviluppato sul territorio iniziative di comunicazione e affiancamento degli enti pubblici e delle stazioni appaltanti per l’applicazione degli acquisti verdi. Si è dotata di un Piano d’azione regionale per gli acquisti verdi, definito Piano per gli Acquisti Pubblici Ecologici della Regione Sardegna (PAPERS), che individua gli  obiettivi principali in materia di GPP.  E’ stato istituito il marchio “La Sardegna Compra Verde”  che rappresenta lo strumento con cui monitorare e valorizzare gli enti virtuosi, oltre a essere un riconoscimento per gli enti pubblici sardi che abbiano intrapreso una politica di GPP e/o effettuato acquisti di beni e servizi verdi, guidati dall’obiettivo di integrare i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto. Inoltre è stata costituita una rete di Ecosportelli GPP presso ciascuna delle 8 Amministrazioni provinciali, che ha l’obiettivo di fornire un supporto tecnico in materia di GPP e acquisti sostenibili all’Ente Provincia, ai Comuni e agli altri Enti Pubblici nonché fornire informazione specialistica alle imprese del territorio. Infine ha evidenziato che la Regione ha erogato premi alle buone prassi e finanziamenti a pratiche di sostenibilità e di efficienza energetica. Fondamentale è stata, chiaramente, la fase di monitoraggio per la gestione ottimale delle diverse iniziative tramite il quale si controllano e si verificano le misure attuate nel territorio.


Conclusioni
Barbara Degani (Sottosegretario MATTM)

 

L’On. Degani ha concluso i lavori, evidenziando l’importanza del GPP da considerare non solo come valore aggiunto ma come standard da utilizzare in tutte le gare d’appalto. Ha sottolineato come sia ancora  scarsa la consapevolezza delle associazioni di categoria, che non sembrano rendersi conto dell’ importanza e della forza di innovazione del GPP. Tale criticità porterà le imprese che non si adeguano ai nuovi modelli di produzione sostenibili ad essere automaticamente escluse dal mercato.

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Ultimo aggiornamento 13.11.2017